Carità

L’angolo della carità

Nel Libro sinodale il nostro vescovo Oscar parla di alcuni “ministeri di fatto” da promuovere nelle nostre comunità cristiane: quello dell’accoglienza, quello della consolazione e quello della compassione. Così li descrive:

C’è una pluralità di ministeri che di fatto già sono presenti nelle nostre comunità e che devono essere promossi e riconosciuti. Le persone che si rendono disponibili per questi ministeri devono essere formate, sostenute e promosse. Tra queste, quasi a titolo di esempio, vorrei ricordare chi svolge il servizio di lettore nelle celebrazioni, i catechisti e coloro che vivono un servizio educativo, i ministri straordinari della Comunione, i volontari che operano nei servizi caritativi e nei Centri di ascolto, coloro che accompagnano i fidanzati verso il matrimonio, coloro che condividono con parroci e rettori la corresponsabilità economica e amministrativa dei beni e degli enti.

Desidero sollecitare un approfondimento intorno a tre possibili ministeri di fatto che vedo come necessari rispetto al nostro tempo: il ministero dell’accoglienza, quello della consolazione e della “com-passione” (nel senso evangelico di “patire-con”).

Il ministero dell’accoglienza può essere un passo importante verso una comunità più ospitale. Prima delle celebrazioni, il ministero dell’accoglienza potrebbe promuovere un atteggiamento di vicinanza verso chi entra in chiesa, soprattutto se non è ancora conosciuto nella comunità perché proviene da altri contesti. Piccoli ma preziosi gesti possono diventare occasioni preziose per configurare una comunità più accogliente. Oltre i momenti liturgici, questo ministero richiama alla necessità di accoglienza e di coinvolgimento verso quelle persone e famiglie, straniere e non, che si inseriscono per diversi motivi in un nuovo contesto comunitario. Si tratta di vivere l’importante virtù cristiana dell’accoglienza e di prendersi cura delle persone, affinché ognuno si possa sentire a casa quale che sia la sua storia e la sua situazione. Per tutti deve essere così nella Chiesa!  La cura delle relazioni e il dialogo con tutti deve connotare la comunità cristiana con tratti di amicizia, affabilità e benevolenza. È dall’accoglienza sulla porta che si sente il calore di una casa e di una famiglia. Non basta oggi convocare le persone in modo anonimo, ma occorre chiamare ciascuna per nome e aprirle la porta, come fa Dio con noi. Questa è Misericordia!

Il ministero della consolazione, collegato a quello dell’accolito e al ministero straordinario della comunione, è espressione di una vicinanza verso i malati (fisici e psichici), le persone con disabilità e gli anziani, verso chi vive il tempo terminale della malattia e il delicato momento della morte. È un ministero che coinvolge le famiglie, nonché il personale e il volontariato ospedaliero e di luoghi di cura e degenza. Questo ministero, attento a sostenere le persone e le famiglie per non lasciare nessuno solo, è segno di una comunità che si prende cura dei sofferenti come membra preziosissime del Corpo della Chiesa. Dobbiamo imparare a vedere l’affanno e il dolore e prenderli nelle nostre mani, come fa Dio con noi. Questa è Misericordia!

Il ministero della “com-passione”, simile a quello della consolazione, si rivolge come vicinanza particolare verso le famiglie ferite in molte e diverse situazioni. Pensiamo a tante famiglie segnate da un tempo, più o meno lungo e talvolta duraturo, di separazione e divisione. Pensiamo alle famiglie che vivono difficoltà economiche, disagi, dipendenze e che faticano ad esprimere una richiesta d’aiuto. Pensiamo alle famiglie provate dal grave lutto di un giovane figlio, che deve essere rielaborato pazientemente. Non dimentichiamo il dramma, spesso silenzioso, della violenza in famiglia che necessita ascolto e intervento competente. Nelle nostre famiglie se un membro è ammalato, tutti se ne devono prendere cura, così anche nella comunità cristiana. Dobbiamo imparare una vicinanza discreta ma reale verso chi ha il cuore spezzato, come fa Dio con noi. Questa è Misericordia.  (da: Testimoni di misericordia, Libro sinodale, Como novembre 2022, pagg. 112-114)

Ebbene, nella nostra Comunità pastorale moltissime persone vivono e testimoniano la carità fraterna in diversi modi, e così rendono visibile l’amore di Gesù, Buon Samaritano, che si fa prossimo a tutti e ci insegna a fare altrettanto.

Molti lo fanno spontaneamente, spinti da sentimenti di umanità e di generosità, singolarmente o come famiglia: si interessano con discrezione di chi ha bisogno, di chi è solo, di chi sta male, di chi è in difficoltà, mossi da un sincero desiderio di aiutare e rendersi utili.

Anche molte realtà civili si prendono cura dei bisogni delle persone: il Comune (Servizi sociali), la Scuola, le diverse Associazioni attive sul territorio (per esempio le “Associazioni del dono” Avis-Aido-Admo, gli Amici degli anziani, i Volontari della Casa di riposo, le Associazioni che si occupano di educazione, cultura e animazione della comunità; infine -quando c’è bisogno- si prestano sempre volentieri il Gruppo Alpini, la Protezione civile, i Volontari dei Vigili del fuoco, ecc.). 

Ci sono poi tanti uomini e donne che operano nelle nostre parrocchie e in oratorio: le suore, i catechisti, i genitori che animano l’oratorio, animatori, sacristi, lettori, organisti, cantori, chi si occupa delle pulizie, membri dei Consigli che collaborano con il parroco, i ministri della comunione, che entrano con delicatezza in alcune case per portare il conforto della Parola di Gesù e del suo Corpo. Tutti questi volontari parrocchiali sono i primi testimoni della misericordia di Dio, che è il cuore del vangelo.

A Ponte poi c’è la Bottega equosolidale, che educa ad un consumo critico e sensibilizza la comunità sui grandi temi della giustizia, della mondialità e della solidarietà. All’interno di essa esiste un piccolo Punto di ascolto, collegato al Centro di ascolto di Sondrio. Il Punto di ascolto accoglie il primo e il terzo sabato del mese le richieste di chi nella nostra comunità si trova in particolari situazioni di bisogno. È ancora attivo il progetto “Ben spesa” finalizzato a sostenere le famiglie in difficoltà nella spesa quotidiana.

Da anni è operativo a Ponte il Gruppo del cucito che presta il proprio servizio con passione e competenza e dona alla parrocchia il ricavato del proprio lavoro.

Da qualche tempo è attivo un gruppo di insegnanti di Italiano che incontrano i richiedenti asilo ospitati nell’appartamento parrocchiale di via Casacce 28 a Chiuro, gestiti dalla Cooperativa Caritas “Altra Via”. Con loro nasce un’amicizia che spesso va al di là del semplice insegnamento della lingua. Sarebbe bello allargare l’interesse della comunità anche a tutti gli altri stranieri presenti sul nostro territorio, specialmente quelli non ancora ben integrati.

C’è anche un piccolo servizio di raccolta di vestiti, biancheria e arredi, che vengono destinati a persone che ne esprimono richiesta nella nostra comunità o portati a Sondrio alla San Vincenzo (in via Lusardi, 13b) o al Centro di aiuto alla vita (in via Piazzi, 70). Alcuni alimenti se non servono alle famiglie del paese vengono destinati a Sondrio al Centro di prima accoglienza “P. Gianni Nobili” (in via Parravicini, 10) o alla Mensa dei poveri.

Sappiamo infine di altri volontari che sostengono realtà caritative come l’UNITALSI, l’OMG (per es. alla Mensa dei poveri in zona Piastra a Sondrio) e molte altre. Esiste anche l’Associazione Ponte-Colombia, che contribuisce a farci allargare lo sguardo ai problemi del mondo intero. 

Tutti coloro che, giovani o adulti, partecipano alle varie iniziative benefiche e sociali, portano sostegno, conforto, speranza e gioia dove c’è fatica, sofferenza, povertà e bisogno.

A tutti va la nostra stima e la nostra gratitudine