Santissima Trinità

La chiesa intitolata alla Santissima Trinità sorge, a est del paese, nella contrada omonima.
“… nello stesso borgo vi è un’altra chiesa dedicata alla SS. Trinità ricostruita recentemente per cura del predetto curato (Defendente Quadrio)”. Così si annotava in occasione della visita pastorale del vescovo Feliciano Ninguarda nel 1589. Ci si riferiva alle consistenti opere di ristrutturazione, di ampliamento e di affrescatura effettuate per interessamento della famiglia Quadrio e in particolare del sacerdote Defendente che “mise del suo” per assicurare la copertura delle spese. Si legge, nella biografia del curato stesa a cura del nipote suo omonimo alcuni anni appresso, di un episodio miracoloso avvenuto durante l’esecuzione delle opere: “già era assestata la volta dell’arcata maggiore; prete Defendente l’ammirava, davano gli ingegneri dall’altra parte il disegno quando all’improvviso sentendo strepitose le grida, che dal sfasciarsi delle mura faceva la volta: spezzate l’armature, privo di sostegno l’edificio cadè precipitoso a terra. Ruinò il tetto, diroccarono le mura e pareva volassero le pietre all’oppressione di lui. Già si pensava che il buon religioso sotto il peso della materia schiacciato sen fosse, quando esce fuori di sotto con ammirazione dei maestri senz’offesa alcuna. Tutti il stimarono un miracolo”. 
Una lunetta sopra la porta maggiore custodisce un affresco che ricorda l’evento; nella sua iscrizione recita “Venerabile Defendente Q. Curzio, meritassimo di Ponte morto il 18 genaro 1607”.
La chiesa, presente dal XV secolo, fu dunque ampliata nel corso del XVI. Il vescovo Olgiati, nel 1718, la trova ampia, ma vetusta, illuminata da tre finestre. Ne cita l’altare maggiore cinto da una balaustrata in legno con gradini che necessitano di riparazioni. Sull’altare spicca una tela con l’immagine della SS. Trinità che veglia sulla Vergine adolescente accompagnata dai genitori Gioacchino e Anna (ora al museo parrocchiale). Viene segnalata, in questa circostanza, la piccola e antica sagrestia retrostante la cappella, affrescata (1531), con un armadio contenente le poche suppellettili: un calice dorato con patena, delle pianete consunte. 
Né muta la situazione di abbandono allorché è in visita, nel 1737, il vicario vescovile: vi si celebra solo una volta la settimana e nella ricorrenza della SS. Trinità.  
Oggi, dopo i restauri conservativi effettuati alla fine del secolo scorso, la chiesa viene periodicamente officiata e custodita dai vicini che la vegliano e la proteggono da intenzioni sacrileghe.